|
Palladio ed il Palladianesimo
Palazzo Chiericati
|
Palazzo Chiericati
Ecco Palazzo Chiericati in una foto storica in bianco e nero, ma rende ancora di più i giochi di luce e di ombre per cui il Palladio è così famoso.
Noi notiamo già una prima enorme stranezza, perché non possiamo trovare un architetto che mette il pieno sul vuoto; di solito si costruisce il pieno sotto ed il vuoto sopra.
E’ strutturalmente illogico costruire il pieno sul vuoto. Palladio, in questo caso pensa proprio all’inverso. Fa l’inverso perché si pone un problema di difficile risoluzione: i Chiericati hanno comperato il terreno, ma è poco profondo.
| |
Il palazzo diventa troppo misero; il salone da ricevimento troppo piccolo, esiguo, non è alla stregua della loro famiglia.
Serve un’altra fetta di terreno, ma il palazzo confina con terreno pubblico: la Piazza dell’Isola. Non è ancora piazza Matteotti.
E’ Piazza dell’Isola perché di fronte c’è il fiume, che allora non era il Retrone, ma l’Astico con le sue piene spaventose, l’attracco delle barche e la zona commerciale. Quando il fiume esonda questa è la parte più alta che rimane fuori, per cui si chiama Piazza dell’Isola.
Si sta all’asciutto, ma è terreno pubblico si scaricano barche dalle merci e si fa il primo mercato. I burchielli, dove c’è contrà dei Burci arrivavano le barche più leggere con la frutta e la verdura, mentre qui arrivavano i carichi più pesanti.
|
|
Cosa fanno allora i Chiericati, famiglia potente che include vescovi e cardinali? Chiedono al Comune di Vicenza di cedere loro una fetta di terreno pubblico, per ingrandire il palazzo.
I Rettori accettano e cedono una fetta di terreno, a patto che rimanga passaggio pubblico e di queste dimensioni. Questa è la situazione cui si deve assoggettare Palladio.
Che piova o che tiri vento siamo al coperto, che arrivi pure l’acqua tanto si è sollevati, quindi uno zoccolo bello alto così si mette al riparo tutto.
|
Così ha obbedito al Comune, ma a Palladio serve spazio ed allora costruisce sul loggiato, solamente in concomitanza del salone centrale che i committenti hanno richiesto fosse di media dimensione, perché doveva colpire i loro ospiti. Palladio non ha visto che la minima parte del palazzo, terminato nel ‘700, dopo che il Comune aveva chiesto al Chiericati, che nel frattempo era andato in rovina, di portare via tutte le macerie accumulate con la costruzione di quella parte del palazzo, perché offriva un’orrida visuale ai cittadini di Vicenza; dopo di che fu acquistata dal Comune.
Un’altra di quelle cose che il Palladio non ha visto finito e che nonostante ciò è divenuta un’icona del palladianesimo.
| |
Infatti, quando noi pensiamo al Palladio, pensiamo alla Basilica, alla Rotonda ed al Palazzo Chiericati, proprio per questa inversione di pieni e vuoti, a queste ali laterali stupende che fanno un unicum in tutta la letteratura architettonica del ‘500; anche poi per questo slancio straordinario che acquistano le colonne perché coronate da statue e pinnacoli.
Quindi un’eleganza straordinaria proprio per questa alternanza di pieni e vuoti nel volume.
|
A destra la foto del cortile di Palazzo Chiericati le cui murature originali arrivano fino al bordo della foto. Se nel fronte principale che dà su piazza Matteotti noi abbiamo un pieno, nella parte interna abbiamo un vuoto,la loggia.
Ecco che quindi il tessuto architettonico viene proposto in controparte, cioè rovesciato rispetto al modulo principale, con una varietas di moduli architettonici che lo fa rientrare appieno nelle caratteristiche che già Vitruvio, grande teorico dell’architettura romana riteneva fondamentali per un architetto con la A maiuscola come il Palladio.
|
______________________________________________________________
| |